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I Pesticidi


I Pesticidi e il loro effetto sulla salute umana

Pesticida è un termine generico per indicare una sostanza utilizzata per prevenire, allontanare o uccidere un insetto, fungo, roditore, erbaccia, ecc. I pesticidi comprendono un gruppo vasto e diversificato di sostanze che possono essere classificate in numerose categorie a seconda dell'azione esplicata.

Si distinguono, ad esempio, gli insetticidi, i fungicidi, gli erbicidi, i ratticidi, i larvicidi, i repellenti, i disinfettanti. Il termine "pesticida" è più generico dell'espressione "fitofarmaco" poiché ingloba oltre ai prodotti destinati alla protezione delle piante, anche i prodotti ad uso veterinario destinati a proteggere gli animali domestici. I pesticidi possono essere semplici sostanze inorganiche come zolfo, cloro, arsina, arsenicato di rame, bromuro di potassio, oppure composti organometallici, o composti organici volatili come il tetracloruro di carbonio, il bromuro di metile, il naftalene, o composti organici semivolatili come pentaclorofenolo, diazinone, o, infine composti organici non volatili. I pesticidi più comuni sono rappresentati soprattutto dai composti organici semivolatili e dai composti organici non volatili.

Quali sono i principali usi dei pesticidi?

Il numero di pesticidi sul mercato è elevatissimo. Circa il 95% dei pesticidi è utilizzato in agricoltura, tuttavia una via di esposizione è l'ambiente indoor (ambiente chiuso). Mentre l'utilizzo in agricoltura è strettamente regolato, negli ambienti indoor non vi è nessun tipo di regolamentazione. Inoltre tali sostanze vengono utilizzate in molti prodotti di uso domestico, ad esempio per preservare il legno, per la protezione delle piante da appartamento, in cucina, nei prodotti per la pulizia e per la disinfezione.
I pesticidi in agricoltura

I pesticidi si sono imposti negli anni come parte insostituibile dell'agricoltura. La monocoltura, cioè la coltivazione di una sola specie di piante, adottata in vaste aree, e l'omologazione delle varietà di piante destinate alla coltivazione sono tutti elementi che hanno reso più vulnerabile l'ecosistema delle zone coltivate, rendendo di fatto indispensabile l'uso della chimica. L'uso di pesticidi garantisce una produzione senza perdite e soprattutto una migliore qualità commerciale dei prodotti.

L'esposizione ai pesticidi può essere di diversi tipi:

diretto, per chi li usa nelle operazioni agricole;

indiretto, per chi vive o frequenta l'ambiente circostante a quello in cui vengono utilizzati;

alimentare, che è quella cui potenzialmente sono sottoposti tutti i consumatori attraverso l'ingestione di alimenti che contengono residui di pesticidi.

Poiché queste sostanze sono velenose non soltanto per le colture, ma anche per l'uomo e l'ambiente, tutti i pesticidi sono tenuti sotto controllo e devono essere autorizzati per legge prima dell'immissione in commercio. Inoltre l'agricoltore non può farne un uso libero, ma deve attenersi strettamente ad alcune regole precise, come la registrazione di tutti i trattamenti effettuati, il divieto di usare determinati pesticidi in alcune colture, o ancora il rispetto dei tempi di sospensione, cioè il lasso di tempo che deve intercorrere tra il trattamento chimico e il raccolto, per far sì che i pesticidi usati abbiano il tempo di andarsene prima che frutta e verdura arrivino sulle nostre tavole.

Anche rispettando tutte queste precauzioni, però, il rischio nell'uso dei pesticidi rimane molto alto.

Esistono tre tipi tossicità:

- quella acuta, che si manifesta in caso di incidenti nelle persone che ne fanno uso, come gli agricoltori. L'inalazione e il contatto diretto con i pesticidi possono provocare disturbi immediati, che si manifestano a poche ore dall'esposizione. Molti pesticidi, infatti, penetrano anche attraverso la cute. I sintomi possono essere più o meno gravi, dall'irritazione della pelle ai problemi respiratori, e richiedono un trattamento tempestivo.

- quella a lungo termine, sempre nelle persone che per lavoro entrano in contatto con queste sostanze tossiche, di cui si stanno studiando tutte le possibili manifestazioni.

- quella a lungo termine dovuta all'assunzione occasionale di residui nei cibi, di cui si sa ancora molto poco.

I pesticidi non costituiscono un rischio immediato per la salute, ma ciò non significa che si debba sottovalutare la loro presenza, anche in minima quantità, in ciò che si mangia. Esistono limiti consentiti dalla legge, entro i quali gli studi dimostrano che non ci sono pericoli per la salute, ma essi sono calcolati in tutto il mondo in base alla pericolosità del loro consumo da parte di una persona adulta. Ciò non tiene conto di alcuni fattori molto importanti:

- gli effetti calcolati su organismi diversi da quello dell'adulto, in particolare sui bambini, che assorbono maggiori quantità di residui perché mangiano di più in proporzione al loro peso corporeo e i cui organi sono ancora in fase di sviluppo, quindi più vulnerabili;

- la compresenza di residui di più fitofarmaci contemporaneamente, detta tecnicamente multiresiduo, che produce un effetto cocktail dalle conseguenze ancora sconosciute.
Uso dei pesticidi e biodiversità

Rispetto alla biodiversità un effetto negativo riguarda l'uso di pesticidi e in generale di prodotti chimici per l'agricoltura.

L'uso dei pesticidi ha alterato gli ecosistemi sia relativamente alla fauna che alla flora; le conseguenze più rilevanti sono state: la riduzione della variabilità genetica dei sistemi viventi, i processi di eutrofizzazione delle acque dolci e di quelle marine, l'alterazione chimico-fisica e biologica dei suoli.

Sempre più evidenti risultano i danni per la salute e per l'ambiente derivanti da una eccessiva e crescente "chimicizzazione" dell'agricoltura, sia in termini di accumulazione di residui tossici e cancerogeni nel tessuto adiposo di uomini e animali, che di avvelenamento dei suoli, delle acque sotterranee e di superficie.

Notevoli sono i danni ambientali causati dai fertilizzanti chimici che si aggiungono al suolo per mantenerne o aumentarne la produttività e quindi la resa delle colture. Le elevate concimazioni modificano profondamente i cicli degli elementi (del carbonio, dell'azoto, del fosforo, etc.) che costituiscono meccanismi delicati per il mantenimento degli equilibri biologici e chimici in un ecosistema e tra gli ecosistemi della biosfera. L'eccesso di fertilizzanti minerali favorisce una veloce metabolizzazione della sostanza organica presente nel terreno da parte dei batteri.

Il fenomeno è connesso con le lavorazioni profonde e con le monocolture di cereali che non riescono a ripristinare il contenuto di sostanza organica. In questo modo il terreno viene impoverito di materiale organico. Il materiale organico, che nei metodi di lavorazione agricola meno intensiva rimane sul terreno, viene decomposto dai microorganismi del suolo e convertito in un complesso di composti organici (l'humus ) essenziali per i suoli perché controllano la ritenzione e il movimento dell'acqua e dell'ossigeno contenendo le strutture del suolo stesso.

Dal materiale organico, dunque, si forma un complesso chimico-microbiologico di base, dove attraverso la metabolizzazione dinamica del materiale stesso, si rendono disponibili i nutrienti delle piante. Infatti i microoganismi mineralizzano le sostanze organiche con produzione di nitrati, fosfati, sali di potassio e solfati. A causa della complessità dei meccanismi che lo producono, il complesso minerale nutritivo è rilasciato gradualmente secondo le naturali richieste delle piante.

Quando invece il contenuto di sostanza organica è basso, la fertilizzazione minerale è necessariamente effettuata in eccesso rispetto alle richieste fisiologiche delle piante e alle capacità di ritenzione del terreno.

Una parte consistente del prodotto viene rilasciata allo stato solubile nel suolo e nelle acque, dove si accumulano insieme alle impurezze contenute nei fertilizzanti (per esempio i metalli pesanti).

Alcune di queste sostanze, come i nitrati e il potassio, possono inoltre immettersi nelle acque sotterranee e raggiungere successivamente le acque superficiali. L'inquinamento delle acque sotterranee determina seri rischi per la qualità delle acque potabili, inoltre, elevati contenuti di azoto nel suolo possono tradursi in eccessive concentrazioni di nitrati nei vegetali, soprattutto negli ortaggi, e anche ciò determina rischi per la salute del consumatore.

I pesticidi sono importanti per la difesa dei raccolti ma possono provocare effetti sulla struttura e sulle funzioni degli ecosistemi riducendo le popolazioni di un certo numero di specie; alterano il comportamento normale degli animali, stimolano o inibiscono la crescita di animali e piante, incrementano o deprimono la capacità riproduttiva degli animali.

Se da una parte è vero che non si possono sottovalutare i benefici economici sulla produttività e sulla "commerciabilità" del prodotto, dall'altra vi sono moltissimi lavori scientifici che evidenziano gli effetti nocivi che pesticidi e fertilizzanti hanno determinato sull'ambiente e sulla salute umana.

Esempi di possibili effetti sull'uomo e sull'ambiente di alcuni pesticidi

Parathion

Possibile cancerogeno secondo l ‘agenzia per la protezione ambientale (Epa). E' un organofosforico ad ampio spettro che agisce attraverso l'ingestione e/o il contatto. Fortemente tossico in tutte le forme di esposizione dà gli stessi sintomi degli altri organofosforici, ma ne basta una quantità molto minore. Persone con disturbi cardiovascolari, al fegato o ai reni, con glaucoma o problemi al sistema nervoso sono a rischio di conseguenze più gravi dopo esposizione al paration. L'esposizione continua può provocare disturbi del sistema nervoso, insonnia e depressione. Può attraversare la placenta con conseguenze sul feto. Non è teratogeno ma ha effetti mutageni ed è un possibile cancerogeno. Il fegato trasforma il paration in paraoxone a sua volta metabolizzato in altri composti velocemente eliminati con le urine. Si può immagazzinare nel grasso corporeo. Estremamente tossico per i volatili; moderatamente tossico per i pesci e gli invertebrati acquatici. Tossico per le api. Residui di paration possono persistere al suolo per anni fermandosi nello strato più superficiale mentre il sole lo riduce a paraoxone, ancora più tossico.
Benomyl

Possibile cancerogeno per l 'uomo secondo l 'Epa. Sostanza organofosforica molto usata nella coltura della mela contro gli insetti. Tracce di benomyl possono rimanere sulla buccia del frutto. E' una sostanza altamente tossica soprattutto a carico del fegato, teratogena e genotossica, causando danni a livello dei cromosomi.
Dimethoate

Possibile cancerogeno per l 'uomo secondo l'Epa. Insetticida organofosfato usato per una larga gamma di insetti su un 'ampia tipologia di colture. Moderatamente tossico per esposizione dermica, inalazione e ingestione. Gli effetti dell 'esposizione sono quelli tipici degli organofosfati sia per quanto riguarda intossicazioni acute che croniche. Nell 'uomo, in condizioni normali, non sembra essere né mutageno, né teratogeno. Può essere da moderatamente a molto tossico per gli uccelli mentre presenta moderata tossicità per gli organismi acquatici. Molto tossico per le api. Ha una bassa persistenza nel suolo ed il suo tempo di semivita è di circa 20 giorni.

Cosa succede al pesticida nel momento che arriva nel nostro organismo

Le caratteristiche fisiche generalmente lipofiliche dei pesticidi ne permettono l'assorbimento attraverso la pelle, il tratto gastrointestinale ed i polmoni ma ne ostacolano la loro eliminazione, che dipende principalmente dalla loro conversione in sostanze chimiche solubili in acqua, attraverso un processo di biotrasformazione. La biotrasformazione di queste sostanze avviene attraverso reazioni catalizzate da enzimi presenti nel fegato e in altri tessuti. Se il processo di biotrasformazione non avvenisse, i pesticidi sarebbero eliminati dal corpo così lentamente da divenire tossici per l'organismo. Il metabolismo degli xenobiotici si può schematicamete suddividere in due fasi:

Reazioni di fase 1, dette anche di funzionalizzazione, consistono in idrolisi, riduzioni o ossidazioni delle sostanze esogene, con il compito di introdurre un gruppo funzionale (p.e. un gruppo amminico, idrossilico o carbossilico) che ne aumenti l'idrofilicità e quindi l'eliminazione. Queste reazioni costituiscono la cosiddetta fase di attivazione poiché alcune volte portano alla formazione di metaboliti particolarmente reattivi che possono reagire con le macromolecole biologiche con conseguente effetto tossico e cancerogeno.

Reazioni di fase 2, o di coniugazione, includono glucuronidazione, solfonazione, acetilazione, metilazione, coniugazione con glutatione o amminoacidi e sono responsabili dell'escrezione dei composti dal corpo. Tali reazioni rappresentano la cosiddetta fase di detossificazione in quanto favoriscono l'eliminazione dei composti attraverso i liquidi biologici.

La biotrasformazione di fase 2, non sempre è preceduta da quella di fase 1; in particolare le sostanze esogene sono trasformate direttamente in prodotti idrosolubili quando tali molecole sono resistenti agli enzimi di fase 1 o hanno già di per sé caratteristiche idrofiliche.



In base a quello che abbiamo detto sopra quindi i pesticidi una volta arrivati nell'organismo vengono metabolizzati dagli enzimi di Fase 1 e possono dare origine a molecole tossiche e cancerogene.



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