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Curiamoci con il cibo
Il progetto Diana e il Dr. Berrino
Chi è il Dr. Berrino
Il Dr. Berrino è il Direttore del Dipartimento di Medicina Preventiva e Predittiva dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Oltre ad essere il promotore del progetto Diana per la prevenzione alimentare del carcinoma mammario, è coordinatore della ricerca sulla sopravvivenza dei malati di tumore in Europa.
Autore di numerosi saggi e libri, è diventato noto al vasto pubblico nel marzo del 2009 grazie ad un servizio durante la trasmissione di Milena Gabanelli "Report" che lo ha inserito nella sua domenicale "Good News", la buona notizia che chiude la trasmissione.
Con i suoi video girati in "presa diretta" nei supermercati ci informa dettagliatamente su quali alimenti preferire ad altri per migliorare la nostra salute e su come sia possibile curare e prevenire il cancro attraverso una sana alimentazione.

Il Progetto Diana ... quando l'aiuto viene dal cibo e dall'attività fisica
Il progetto, che convolge i centri di Milano Asti Busto Biella, Piacenza, Mantova, Aquila, Rieti, Castel di Tora, Lago del Turano, Napoli, Potenza e Palermo, studia la prevenzione delle recidive del tumore al seno attraverso l'alimentazione e lo stile di vita.
Come scrive il Dr. Berrino nella presentazione del progetto "Una cellula tumorale può essere vista come un seme che germoglierà soltanto se troverà nel terreno una giusta quantità di acqua e dei sali minerali che necessita e la piantina progredirà solo se troverà nel nostro terreno le sostanze che ne stimolino la crescita (fattori di crescita), se sarà in grado di indurre la formazione di vasi sanguigni che gli prortino nutrimento e se le nostre difese saranno deboli. Poichè la composizione del nostro sangue, del nostro ambiente interno, il terreno dove potrebbero crescere eventuali tumori, può essere modificata dal nostro cibo e dal nostro stile di vita, è ragionevole pensare che possiamo fare molto per ridurre il rischio di ammalarci e, se ci siamo già ammalati, per aiutare le terapie ed avere successo. Il progetto DIANA ha lo scopo di valutare questa possibilità"
Lo studio è promosso dall'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e dall'Istituto Europeo di Oncologia
Come funziona
Al progetto Diana possono aderire le donne operate di tumore al seno negli ultimi 5 anni che non abbiamo avuto recidive e disponibili a modificare il loro stile di vita.
Le donne che partecipano devono seguire le indicazioni alimentari e dello stile di vita che vengono forniti, sottoporsi all'inizio dello studio e dopo un anno a prelievi di sangue ed esami delle urine. Inoltre periodicamente devono sottoporsi ad una visita per la misurazione del peso, della circonferenza vita, della pressione arteriosa, del polso ecc. Infine devono rispondere periodicamente ad alcuni questionari riguardanti lo stile di vita, le abitudini alimentari e lo stato di salute.
Un punto di partenza
Per quanto il Progetto Diana sia rivolto a donne già colpite dal tumore mammario, è illuminante la consapevolezza ormai acquisita a livello clinico dell'importanza dell'alimentazione nella prevenzione e nella cura dei tumori.
Non ci rimane che nutrirci con cibo sano e non dimenticarci che... c'è cibo e cibo!

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Tutte le informazioni sul Progetto Diana

Anonimo18 luglio 2012, 15:13
VORREI SAPERE SE E' GIA STABILITA UNA DATA PER IL PROGETO DIANA A NAPOLI.GRAZIE
PAOLA 
La Redazione23 luglio 2012, 11:12
Buongiorno Paola,
non siamo in grado di dare qesto tipo di informazioni. Riportiamo però qui sotto i contatti della Fondazione IRCCS:

Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano - Contatti
Sede: via Venezian, 1 - 20133 Milano Ufficio Relazioni con il Pubblico
tel. 02 2390 2772 
e-mail: urp@istitutotumori.mi.it Centralino
tel. +39 02 2390 1 Portineria
tel. +39 02 2390 2368 Ufficio Appuntamenti - CUP
tel. +39 02 2390 1 Redazione del sito web
tel. +39 02 2390 2111 
e-mail: redazionesitoweb@istitutotumori.mi.it  
albertoclaudiomarrone10 dicembre 2012, 21:10


Ho letto che l'intolleranza al glutine è uno dei problemi di
salute più rilevanti in America e in Europa(Italia compresa dato il consumo
massiccio,pressoché giornaliero, di pane,pasta e pizza). A parte la celiachia
che nella fattispecie ,per quanto riguarda il glutine, è una manifestazione
patologica specifica,esistono tantissime altra malattie che sembrano correlate
ai cereali contenenti glutine.

A tal riguardo ho appreso attraverso la lettura del libro
PIU'SANI SENZA GRANO scritto dal dott. Stephen Wangen pubblicato dalla Macro
Edizioni che esistono ben oltre 150 malattie alle quali può essere imputata
come causa primaria il consumo abituale di cereali contenenti glutine: dalla
semplice Acne alla Sclerosi Multipla,dalla Steatosi Epatica al Lupus,dal
Linfoma alla Fibromialgia,patologie autoimmuni e così via.

Desideravo un suo parere in tal senso e se può valere la
pena di sostituire tutti i cereali contenenti glutine con quelli che non lo
contengono(riso,mais,amaranto,grano saraceno,quinoia,miglio,avena) se non
addirittura sostituirli tutti nella dieta giornaliera con i più affidabili
legumi.

Grazie e Buon Natale  ormai alle porte.

Alberto Marrone

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