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La vecchia friggitrice di uova - Diego Velasquez, 1618
Cibarsi è prendersi cura di noi stessi

La storia insegna
Per i nostri progenitori antichi non vi era differenza tra cibo buono e cibo sano. La perdita della salute dipendeva in pratica dalla scarsa o pessima qualità degli alimenti. Ma con il passare dei secoli e con il raffinarsi della stirpe umana, il cibo è passato da "buono per vivere" a "piacevole da gustare". Così si è sviluppata una cultura prevalente della gastronomia, trascurando invece questioni importanti come la scienza e la fisiopatologia dell'alimentazione.



Curiamoci con il cibo
Nell'era cosiddetta contemporanea abbiamo perso di vista che il cibo è nutrimento e cura, oltre che piacere e socialità. Bombardati da informazioni che ci spingono a consumare senza criterio, abbiamo dimenticato l'esperienza tramandata del cibo come prevenzione e cura dei malanni.[1]
L'alimentazione, invece, ha una fondamentale importanza nei confronti della prevenzione: sappiamo che non più del 4% dei tumori è dovuto a ciò che respiriamo (dunque dall'inquinamento atmosferico), ma ben il 30% è dovuto a quello che mangiamo.[2]

Buono e sano non è tutto
Quindi un cibo sano e buono, ma, aggiungiamo noi, anche etico: i danni provocati all'ambiente, lo sfruttamento dei lavoratori, le epidemie e la concentrazione del potere nelle mani di pochi, sono il risultato di forze che non agiscono casualmente nell'ambito del mercato alimentare. I cereali e quanto si ricava dalla terra appartengono ai cittadini della Terra e non alla speculazione internazionale e pensiamo non vi sia alcun motivo per complicare ciò che è semplice.

E noi possiamo fare molto
In qualità di consumatori, di buongustai e di medici di noi stessi, possiamo fare molto per orientare le scelte che, troppo spesso, diamo per scontato non dipendano da noi.
Le piccole pratiche quotidiane consapevoli si propagano ormai a macchia d'olio in tutto il pianeta: lo sviluppo sostenibile, il commercio equo e solidale, la riduzione del consumo delle energie non rinnovabili a vantaggio di quelle alternative sono pratiche che vengono adottate da singole persone, famiglie, comunità sempre più vaste.

Saremo in tanti, lavoreremo insieme.
Non siamo idealisti, ma concretamente ottimisti. Crediamo nel nostro prossimo e nelle sue capacità di cambiamento partendo dall'informazione capillare e proseguendo con l'esempio. Crediamo nella partecipazione e nella condivisione delle idee, per questo motivo chiedamo il vostro contributo nel proporre iniziative, nell'aggiungere commenti ai nostri articoli, nel criticare le nostre idee o nel promuoverne di nuove.
Attraverso un'informazione il più possibile aggiornata e libera speriamo di coinvolgere altre persone nel percorso verso un consumo alimentare consapevole, certi che il futuro della nostra società dipenda dalle nostre abitudini, in primis quelle alimentari.

[1] Giovanni Goria, Vice Presidente Nazionale Accademia Italiana della Cucina, presentazione a: "Il medico in cucina", Alessandro Gaetini, Edizioni Minerva Medica
[2] Umberto Veronesi, Prefazione a: "L'alimentazione anti-cancro" di R. Béliveau e D. Gingras, Sperling & Kupfer Editori

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