Di nome ma non di fatto
Doggie bag (letteralmente sacchetto per il cane) più che un oggetto è una buona pratica contro gli sprechi. Consiste nel portarsi a casa gli avanzi del pasto al ristorante che, a dispetto del nome, raramente finiscono nella ciotola del cane.
Imbarazzante? No, etico.
Pratica che procura qualche riserva, sembra infatti non sia aderente al bon ton chiedere
al cameriere di
incartarci gli avanzi dell'abbondante carbonara servita, piuttosto che le verdure di contorno lasciate nel vassoio di portata, si farebbe la parte dei “pezzenti”.
Per una volta gli Americani ci insegnano qualcosa a tavola!
In realtà negli Stati Uniti, dove si pranza quotidianamente fuori casa, portarsi a casa gli avanzi è una normalità. Quasi tutti i ristoranti sono dotati di doggie bag a disposizione del cliente e non vi è nessun imbarazzo nella sua richiesta
Se lo ha fatto lei!
Qui in Italia questa buona abitudine è stata recentemente “sdoganata” da
Michelle Obama che alla fine di un pranzo in un ristorante romano, ha chiesto ai camerieri la doggie-bag. Un gesto tanto inusuale da richiamare l'attenzione dei media che ne hanno scritto articoli e girato servizi televisivi. E meno male, diciamo noi, che per una volta sia il
buon esempio dei Potenti della Terra a prendere il posto alle cattive abitudini cui siamo troppo spesso abituati ad assistere.
E allora: avanti con gli avanzi!
Speriamo quindi che d'ora in poi, anche solo per imitazione di una First Lady, anche a noi venga in mente a fine pasto di chiedere i nostri avanzi o la nostra
bottiglia di vino consumata solo a metà. A proposito di bottiglia di vino non consumata vi segnaliamo una bella iniziativa: la “
Buta Stupa” (
www.butastupa.net), un progetto dedicato ai ristoratori per fare in modo che i clienti possano portarsi via la bottiglia consumata solo in parte in modo semplice e piacevole.