Meglio saperlo - le insidie dietro l'angolo.
Se non bastasse l'infinita varietà di alimenti che troviamo nei supermercati, a confonderci le idee ci si mette anche il loro nome. Infatti potrebbe succedere che acquistando una
mozzarella in realtà si acquisti un alimento prodotto con dei sottoprodotti del latte (caseinati, ottenuti mediante vari processi di lavorazione della caseina, la parte proteica del latte).
Questo è reso possibile perché dal gennaio 2009 l'Unione Europea
permette la fabbricazione dei formaggi anche con questi sottoprodotti del latte fino a un 10%.
Conviene quindi tenersi alla larga da diciture vaghe come “formaggio” o peggio “prodotto filante per pizza”. Inoltre, dove non viene specificata la dicitura”panna” è probamente un prodotto ottenuto da malsani grassi idrogenati e altri additivi (
vedi l'articolo sulle pannette)
Ma non finisce qui: acquistando le
preparazioni a base di pollo (polpette, crocchette eanche interi tranci di pollo) se ne trovano spesso di processati industrialmente. Si chiama
tumbling e consiste nel
gonfiare artificialmente la materia prima con acqua e proteine animali di varia provenienza.
Ancora: attenzione all'
affumicatura che non sia “aroma fumo” e al
pomodoro inscatolato che non sempre è confezionato fresco. In questo caso dobbiamo leggere sulla latta di pomodoro il numero che compare dopo una lettera e che indica il giorno dell'anno in cui è stato prodotto: se è minore di 100 i maggiore di 280 probabilmente il pomodoro era congelato. Meglio porre attenzione anche al
tonno in scatola la cui dicitura dovrebbe riportare “tonno lavorato fresco”.
Come al solito il consiglio migliore è quello di utilizzare materie prime semplici e fresche e non ricorrere agli alimenti confezionati con troppi ingredienti
tratto da Altreconomia di Novembre 2009