Cosa mangiamo
Latte crudo, facciamo chiarezza?
Allarme batteri
Tra il 2006 e il 2008, quando i distributori di latte crudo si stavano diffondendo, si verificarono 9 i casi sospetti di
sindrome emolitico-uremica, un'infezione grave ai reni causata da un batterio, l'
Escherichia coli 0157. L'infezione ha colpito i bambini, compromettendo la funzionalità dei reni, fino alla dialisi. Si sospettò che i contagi fossero provocati dal latte non pastorizzato e dalla carne cruda. I casi segnalati erano distribuiti in tutta Italia, con maggiore frequenza nelle regioni padane, attorno a Roma, in Campania e Puglia.

Si parlò di campagna denigratoria con fini poco chiari (o chiarissimi..):
il fenomeno del latte crudo alla spina parte proprio dalla nostra città, Brescia, ed è arrivato a a 1.000 distributori sul territorio nazionale (405 in Lombardia). Ognuno vende circa 100 litri di latte al giorno, per 365 giorni all'anno. Un litro di latte alla spina costa circa 1 euro, ovvero 50 centesimi meno del latte pastorizzato fresco da supermercato (fonte: www.clal.it). 18 milioni di euro che in un anno scompaiono dalle tasche delle grandi distribuzioni e multinazionali lattaie, a beneficio di noi cittadini che paghiamo meno e beviamo tutta salute, riscoprendo il rapporto diretto con l'agricoltura. (
http://www.beppegrillo.it/2008/12/clicca_limmagin_1/index.html)
Il rischio era grande: la chiusura di tutti i distributori di latte crudo con un enorme danno per gli allevatori.
Il Sottosegretario alla Salute Francesca Martini firmò quindi un'
ordinanza con le misure da adottare per garantire la sicurezza dei cittadini in merito all'erogazione di latte crudo nei distributori automatici, entrata in vigore il 14 gennaio 2009.
Tale ordinanza prevede:
- l'obbligo di riportare sulle macchinette erogatrici e sulle bottiglie l'indicazione, oltre a quanto già previsto dall'Intesa Stato Regioni del 25 gennaio 2007, che il latte deve essere consumato previa bollitura;
- l'indicazione, verrà riportata in maniera ben visibile ed a caratteri in rosso. come data massima di scadenza il 3° giorno dalla data della messa a disposizione del consumatore;
- la sospensione della commercializzazione di latte crudo attraverso macchine erogatrici non rispondenti ai requisiti
- il divieto di somministrazione di latte crudo nell'ambito della ristorazione collettiva;
- che il responsabile della macchina erogatrice debba escludere la disponibilità di contenitori destinati al consumo in loco del prodotto.
La
Coldiretti ritiene
"pesante e ingiustificata" questa ordinanza. "Prevedere la bollitura è davvero assurdo, il batterio della Escherichia coli mure a 70°. Così si uccidono tutte le proprietà organolettiche del latte crudo. Allora perché non prevedono un provvedimento analogo anche per il latte fresco, quello pastorizzato per intenderci": questa la prima reazione di un dirigente dell'associazione. Il latte pastorizzato, infatti, viene portato a una temperatura di 60-70°, e non a 105° come in caso di bollitura.E ancora a proposito dell'ordinanza: "È un provvedimento senza precedenti in Europa. In situazioni analoghe altri Stati non hanno mai preso provvedimenti del genere. Allora perché non fanno come per le sigarette e ci scrivono sopra 'Nuoce gravemente alla salute'. Sicuramente c'è lo zampino delle grandi industrie del latte".
(http://www.ilsalvagente.it/Sezione.jsp?idSezione=1580)
< 1 2 3 4 5 6 >